La cultura dello stupro nel mondo latino
LA CULTURA DELLO STUPRO
Con cultura dello stupro si fa riferimento ad un sistema sociale e culturale in cui la violenza sessuale viene NORMALIZZATA e GIUSTIFICATA. In questo sistema, sia gli uomini che le donne assumono che la violenza sessuale sia INEVITABILE.
Il termine nasce dagli studi di genere e dalla letteratura femminista e postmoderna. La ‘’rape culture’’ in inglese è infatti un concetto coniato a partire dal 1970 nell’area della sociologia.
LA STORIA DI APOLLO E DAFNE, DAL MITO AI DATI
Prima di parlare di dati e statistiche e spostarci sul problema attuale è però necessario capire come questo possa essere collegato a Dafne ed al celebre mito latino. Per farlo, è conveniente riassumerne la trama:
Nella versione attribuita ad Ovidio, una delle più note, ci viene raccontato di Dafne come di una ninfa dall’aspetto SELVAGGIO, devota alla dea Diana (ricordata per la sua devozione alla verginità. In nome di Amore aveva fatto voto di castità, amava la solitudine ed era nemica dei banchetti.) e protettiva nei confronti della sua verginità. Proprio per questo motivo vuole vivere come Diana, rimanendo ninfa della selva, lontana dai piaceri sessuali.
Uno screzio fra Apollo e Cupido fa sì che il primo si innamori perdutamente di Dafne, bramandone il corpo e sognando di unirsi a lei. Quest’ultima viene colpita da una freccia che porta l’effetto opposto, ed ecco che al potere FACIT (che induce all’amore) si contrappone quello FUGIT, che porta la Ninfa a scappare senza sosta rifiutando aspramente di assecondare il desiderio del dio Apollo. La storia viene ricordata come quella dell’amore non corrisposto, di fatti il tema principale è quello di un Dio innamorato perdutamente di una Ninfa che ha ormai DECISO un altro destino per lei.
Ma come possiamo trovare una correlazione fra MITO e CULTURA LATINA? I miti nel mondo antico erano utilizzati come portatori di virtù e valori, intrinsechi nella loro cultura. Basti pensare a Odisseo, ricordato come l’uomo poliedrico dalle mille qualità, esemplare nella sua eroicità. Per questo motivo quando parliamo di storie latine è bene ricordare che per quanto possano essere avvolte nell’atmosfera magica e mitica, esse nascondono un ‘’fondo di verità’’ e ci aprono ad uno scorcio sulle idee che componevano il pensare latino.
LA STUPRO NELL’ANTICHITÀ E ORA - UN PARELLELISMO
La violenza nel mondo latino era vastamente diffusa e accettata: per questo ho deciso di parlare di ‘’cultura dello stupro’’. A onor del vero, con il termine stuprum, si intendeva un concetto molto diverso dall’attuale stupro. Lo stuprum, nel diritto romano, è l'unione carnale temporanea fra un uomo e una donna che non hanno vincoli matrimoniali fra loro.
La violenza sessuale per come la intendiamo noi era invece normalizzata per certi versi, soprattutto quando si parlava di donne libertine, esterne al matrimonio. Ecco perchè sono numerosi i casi di Dei che hanno rapporti sessuali con ninfe, stupri da parte di Giove, documentazioni di violenze avvenute a seguito di guerre ai danni del popolo conquistato.
Proviamo ad azzardare ora un confronto direttamente con il mito di Dafne ed approfittiamone per discutere di alcuni termini utilizzati dai movimenti femministi moderni per parlare di stupro e violenza.
● LA COLPEVOLIZZAZIONE DELLA VITTIMA
Con victim blaming si identifica quel comportamento che porta a spostare il focus dal comportamento dell’aggressore a quello della vittima. Mina la credibilità della vittima, come a dare per scontato che ‘’qualcosa di male lo deve pur aver fatto per meritarsi questa violenza’’. Anche se non esplicitamente, tutti i commenti e tutte le dinamiche (intrinseche nella nostra cultura) che mirano a ipotizzare una colpa della vittima quando si parla di stupro, danneggiano la sua causa e alimentano la cultura dello stupro.
In Italia per esempio i dati parlano chiaro: I dati Istat del 2019 riportano che il 39,3% della popolazione pensa che una donna sarebbe in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo volesse, il 23,9% è convinto che le donne possano provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire. Il 15,1%, ritiene che una donna che subisce violenza sessuale quando è ubriaca o sotto l’effetto di droghe sia almeno in parte responsabile dell’accaduto. Il 7,2% sostiene che di fronte a una proposta sessuale le donne spesso dicono “no” ma in realtà intendono “sì” e il 6,2% dichiara che “le donne serie” non vengono violentate.
Questi dati mettono in luce le credenze alla base della nostra società e ci fanno capire quanto intrinsechi siano certi modi di pensare.
E forse quella di spostare l’attenzione dal commettitore della violenza è una tendenza tutta umana, forse derivante dalla società antica: di fatti non è nuova questa visione (che ora potremmo definire distorta secondo i nostri standard morali) delle cose, che troviamo anche nella letteratura latina.
Ricordando Tito Livio, che nei suoi Annales vuole riscrivere la storia romana (citando anche quella più antica e di conseguenza avvolta nel mito), possiamo parlare di Lucrezia, moglie di Collatino. La celebre matrona romana arriverà ad uccidersi, in stile perfettamente didoniano, come ci racconta il poeta, perché sporca di un peccato
imperdonabile. Essere VITTIMA di uno stupro. Sebbene il marito cerchi di consolarla e confortarla circa l’accaduto, Lucrezia compirà l’estremo gesto e verrà ricordata come un’eroina. Essere vittima di uno stupro ti rendeva macchiata di un peccato imperdonabile, e questo era un VALORE imprescindibile che i romani (e Tito Livio!) volevano trasmettere al popolo latino.
● IL MANUALE ANTI-STUPRO
Le donne, in una società patriarcale, vengono cresciute pensando che ci sia un manuale anti-stupro da seguire che le salverà dall’essere vittima di violenza.
I dati però, ci mostrano come tutto questo sia falso e solo l’ennesima credenza figlia di una cultura che nella violenza ci è immersa. Non camminare sola per strada, non indossare abiti corti o in cui mostri la pelle, non bere, non andare alle feste: la lista è infinita. E inutile.
La verità è che le donne vengono stuprate anche quando sono sobrie, in casa loro, nelle case dei loro familiari e fidanzati, a lavoro o quando sono coperte dai piedi fino al collo. La spiegazione è semplice: non c’è nulla, nessun comportamento o tattica che una donna possa mettere in atto per difendersi o evitare uno stupro. Perchè? Perchè la violenza sessuale è causata unicamente dalla decisione della persona che decide di commetterla.
Anche qua ci è concesso tentare un altro azzardo, volgere nuovamente lo sguardo su Dafne. La ninfa definita SELVAGGIA, dedita completamente alla verginità e volta a proteggerla a costo della vita, verrà bramata e lodata da Apollo anche dopo la sua morte. Anche da semplice foglia di alloro.
É bello vedere in questo un messaggio molto romantico e passionale: un amore che non muore e che continua anche oltre al corpo. Forse però, volgere lo sguardo alla povera Dafne, che in vita ha cercato di rifiutare nella maniera più decisa possibile il Dio messaggero, ci aiuta a capire qual è il grande problema della nostra cultura.
Una cultura che è, appunto, dello stupro.
Ad Apollo non interessa che i vestiti di Dafne siano curati, i capelli ben pettinati, la figura seducente. Ad Apollo, schiavo della freccia di Cupido, non interessa l’opinione di Dafne. Ormai la vuole, farà di tutto per averla.
Nella mente di uno stupratore non esistono ragioni. Dafne ha fatto il possibile per scappare da Apollo ma il possibile non è stato abbastanza.
Queste storie, come tante altre, provenienti dal mondo antico e non solo, hanno inevitabilmente costruito un immaginario intriso di racconti in cui il sesso è affermazione di forza e sopruso.
LE CONCLUSIONI
Sebbene il parallelismo sia a tratti forzato, e questo va riconosciuto, ritengo che sia utile riflettere su questi importanti temi attuali anche guardando al passato.
Sono numerose le caratteristiche culturali che attingiamo dai latini, così le positive come le negative. Per questo motivo mi sono dilettato nello scrivere questo breve testo: per dare forma ad una riflessione che sembra superficiale ma che può scavare nel profondo.
Una forma senza dubbio breve e con molte lacune, ma che possa servire da spunto per uno studio più approfondito sulla questione. Spero di aver trattato l’argomento con il dovuto rispetto, seppur con una superficialità dettata dal tempo e dagli strumenti a mia disposizione.
Spero di aver fatto informazione nei limiti del possibile, di aver suscitato una qualche riflessione. Infine, ringrazio per la lettura.
10/07/2024