Sin dall’Antichità, l’uomo è sempre stato argomento di discussione per filosofi e pensatori.
In particolare, una delle più frequenti questioni di dibattito che si protraggono, dalla Grecia di Socrate fino ad oggi, è la vera natura dell’uomo: in noi vige una tendenza altruista o, al contrario, egoista?
Sebbene, al giorno d'oggi, sia ormai ben diffusa l’opinione per la quale l'essere umano sia individualista e menefreghista verso gli altri, studi e pareri di importanti ricercatori e pensatori ne dimostrano il contrario.
Innanzitutto è bene sottolineare che l’uomo nasce come altruista, e varie analisi possono confermarlo. Secondo l’indagine effettuata dal dipartimento di Neurobiologia della Hebrew University di Gerusalemme, è rinvenuto che il genere umano dispone di un “gene altruista”, denominato “gene AVPR1A”, per cui ogni gesto altruista innesca una sensazione di gioia e benessere psicofisico. Si è giunti a questo risultato grazie ad un esperimento effettuato dal Professore Reut Avinum su 136 bambini e bambine di età compresa tra i tre e i quattro anni. Singolarmente, ogni bambino è stato fatto entrare in un’aula con svariati giochi e, l’istruttore in merito, ha proposto ad ognuno di tenere per sé tutti gli oggetti del divertimento oppure di poterne donare una parte al bambino che arriverà in seguito. L’esito è stato inequivocabile: due terzi dei bambini ha preferito donare una parte dei suoi giochi ad un bambino “immaginario” che sarebbe arrivato dopo di lui. La risposta più frequente alla domanda dell’istruttore, sul perché questi bambini avessero deciso di condividere, fu: “Perchè così mi sento felice”. Sulla base di quanto affermato, risulta chiaro che l’uomo non solo tende ad essere altruista, ma addirittura nasce altruista, in quanto sin da piccolo preferisce donare all’altro piuttosto che tenere tutto per sé.
In secondo luogo, l’uomo è altruista perché è un “animale sociale”.
Sono in tanti i saggi che seguono questa via di pensiero. Tra i più importanti, certamente, è d’obbligo citare David Hume, filosofo empirista scozzese. Egli sostiene che il sentimento di empatia sia innato nella specie umana perché iscritto nella sua natura. E così concorda anche il filosofo ed economista Adam Smith, che in un suo trattato afferma: “Per quanto egoista si possa ritenere l’uomo, sono chiaramente presenti nella sua natura alcuni principi che lo rendono partecipe delle fortune altrui, e che rendono per lui necessaria l’altrui felicità, nonostante da essa egli non ottenga altro che il piacere di contemplarla. Il fatto che spesso ci derivi sofferenza dalla sofferenza altrui è troppo ovvio da richiedere esempi per essere provato: nemmeno il più gran furfante, il più incallito trasgressore delle leggi della società è del tutto privo di sensibilità”. L’idea di Smith, infatti, è che l’uomo sia altruista perché vive in società ed è quindi costantemente giudicato da quest’ultima. Ogni persona, a suo avviso, immagina uno “spettatore imparziale” che giudica le sue scelte. Questo “io immaginario”, in realtà, va ad immedesimarsi con la persona stessa: l’uomo agisce con altruismo perché, innanzitutto, vuole sentirsi bene con se stesso. Il fine di tutto ciò, però, è la ricerca della propria persona: specchiandosi negli occhi degli altri si trova il proprio io. Questa è la sympathy, cioè il sentire comune che porta l’uomo a vivere in società.
Infine, è lecito citare uno studio compiuto recentemente dalla psicologa Silvia Bonino, che afferma l’altruismo dell’uomo sostenendo che sia tale perché l’essere umano tende a riconoscere l’altro come uguale a sé, e per lui prova quindi empatia e compassione, ciò lo porta ad essere incline a fare del bene verso gli altri. Come pensava già millenni prima Aristotele, il genere umano vede l’altro come estensione di sé, per questo si comporta in maniera altruista.
Sommando i pareri e gli studi di questi importanti personaggi, è ragionevole pensare che l’uomo sia altruista per natura.
Tuttavia, anche se non fossi riuscita a convincerti, immagina: invece di vivere in un mondo egoista, non sarebbe preferibile comportarsi al meglio per costruire un futuro più roseo?