Arcane (Riot Games, Fortiche Production, Netflix, 2021-2024) si propone come adattamento character-story driven ispirato ai personaggi e al mondo di League of Legends, e pone al centro della linea narrativa principale le due sorelle Violet, detta Vi, e Powder/Jinx, all’interno di una costruzione narrativa basata su dualismo e dualità.
Proprio la necessità di narrare una storia, piuttosto che raccontare dei paradigmi sociali, aiuta ad assumere un approccio di analisi diverso dal solito. La serie sceglie di combattere alcuni stereotipi tramite l’indifferenza: considerando infatti la rappresentazione della figura femminile, vengono descritte diverse tipologie di donne, alcune assumono ruoli comunemente associati
agli uomini, ma la particolarità di questa storia è proprio la possibilità di invertire i ruoli e avere lo stesso risultato narrativo. Cambiando genere e sesso di tutti i personaggi la storia rimarrebbe fondamentalmente sé stessa, e grazie a questa “indifferenza” può ugualmente far riflettere sulla rappresentazione dei generi.
Vi e Caitlin, come sottolinea Amanda Overton, sceneggiatrice del quinto episodio della prima stagione, sono due ragazze che vengono da mondi e vissuti completamente opposti: il passato di Vi le rende difficile fidarsi di quello che Caitlyn stessa rappresenta. Dalla scena conclusiva del quinto episodio, Caitlyn che salva la dolorante e ferita Vi, nasce un legame che si consolida nel nono e ultimo episodio in cui è Vi ad aiutare e portare in salvo Caitlyn. Lo scambio di battute tra le due mette in risalto Vi che dice “You’re hot, Cupcake”, una metafora presente anche nel gioco dove ci sono altre voicelines come “High five, Cupcake!” o “Nice shot, Cupcake”, e la cui presenza nella serie è spiegata dalla sceneggiatrice come un esplicito riferimento alle emozioni di Vi, nonostante nel contesto della scena possa assumere anche un significato sessuale. Perché lasciare libera all’interpretazione qualcosa di così importante come i sentimenti? Meglio essere diretti, e rompere l’abitudine di rappresentare i sentimenti omosessuali come sottointesi in un discorso più ampio.
Pur volendo essere un modo per evitare il sottotesto analizziamo i significati di questa frase, tra linguaggio e micro-linguaggio. Un primo significato lo ritroviamo nella metafora della donna come dessert, chiaro riferimento alla donna come oggetto sessuale: la frase assume una funzione precisa di quel micro-linguaggio pieno di allusioni e interpretazioni di carattere psicolinguistico. Nella stessa scena in cui viene pronunciata questa battuta, Caitlyn diventa oggetto dello sguardo di Vi, che le gira attorno osservandone il corpo, si avvicina e la fa indietreggiare contro il muro. La metafora dell’essere dolce, sweet, può rappresentare la donna nella sua riduzione a oggetto, ma anche essere simbolo del parallelismo tra donna come dolce e donna come prostituta (che è comunque un riferimento al contesto dell’episodio). Quando Caitlyn salva Vi, questa si complimenta con lei per essere un’ottima tiratrice e la chiama ancora una volta Cupcake. Caitlyn si presenta per la prima volta dal loro incontro e Vi motiva la scelta di continuare a usare il soprannome datole, sostenendo che lei “è dolce come un cupcake”.
Nel nono episodio, quando Jinx rivela a Vi di aver fatto visita a Caitlyn e di averle preparato uno “snack”, mostrando un cupcake, questo dolce assume altri significati, diventa sinonimo di “persona moralmente troppo buona”: Vi ha sostituito la problematica e aggressiva Jinx con la perfetta e dolce Caitlyn. Tramite le azioni di Jinx ritroviamo anche l’idea di dessert come qualcosa di opzionale, non importante e non necessario, una “perdita di tempo” contrapposta alla prima interpretazione sessuale-emotiva, legata al punto di vista di Vi. Il cupcake diventa perciò metafora non solo delle emozioni di Vi, ma anche di quelle di Jinx, personificate
entrambe nel personaggio di Caitlyn.
Col tempo si sta lasciando spazio a rappresentazioni che non si limitano alla donna manipolativa o seducente, o alla donna “personaggio forte”, ma mostrano scene d’azione ricche di “forza femminile” piuttosto che “bellezza femminile”.
Nella scena della doccia dell’ottavo episodio Caitlyn potrebbe essere resa oggetto, ma non accade: l’inquadratura dall’alto sul corpo della donna, poi sull’acqua e sul sangue, accompagnata dal suono del violino che anticipa l’arrivo di Jinx, nascosta tra il vapore, porta la scena a concentrarsi sui pensieri del personaggio che vengono effettivamente spettacolarizzati, non sul corpo.
Nell’ambigua rappresentazione delle relazioni tra personaggi, Arcane rappresenta quelle che erroneamente vengono indicate come “donne forti”, e sono invece esseri umani indipendenti e donne sicure di loro stesse, pur mostrando il personaggio più “forte” tra tutte, Jinx, completamente dipendente dalla sua relazione con Silco, il padre adottivo. Questo non costruisce solo un rapporto con Jinx, ma compie un consapevole cambiamento di ruolo, allontanandosi dallo stereotipo non solo maschile e paterno, ma anche a livello narrativo di antagonista: è un padre in post-trasformazione, riprendendo le tipologie di Elisabetta Ruspini e un antagonista vittima della società. Caitlyn è invece l’opposto di Jinx: ha scelto la sua posizione nella lotta per la giustizia e rappresenta valori etici e morali nel suo non essere mai resa oggetto, anche quando inquadratura e dialogo ne avrebbero l’occasione.
La sceneggiatrice ha specificato l’inutilità del termine “gay” in un mondo inventato come quello della città di Piltover. Se in un gioco ci si identifica in un personaggio, in Arcane e nel rapporto tra Vi e Caitlyn non ci sono rappresentazioni predefinite della relazione omosessuale (ci sono altri stereotipi).
Confrontando le Vi e Caitlyn del gioco e le Vi e Caitlyn della serie, si evidenzia proprio una rappresentazione narrativa dell’esperienza videoludica: l’esplorazione di sé, tra juissance e crescita laterale. Arcane è stata capace di trasportare nella serialità televisiva la caratteristica videoludica della scelta dell’avatar in un modo non interattivo: con una “anonima” rappresentazione dei generi, si ritrova quella caratteristica e possibilità del videogioco di rappresentare e rappresentarsi. Sono tutti tentativi di colmare e costruire la propria identità, quale modo migliore per farlo se non raccontando delle storie.