Le parole che suonano bene
Le parole che suonano bene
La poesia è morta ormai! Forse è vero, o forse dobbiamo solo imparare a conoscerla anche sotto una prospettiva diversa, sotto una luce tutta nuova…
I testi delle canzoni, i lyrics, possono essere un mero accompagnamento, di secondo piano, rispetto alla parte musicale protagonista, ma possono anche prendersi tutta la scena. Vorrei quindi attraversare con voi dei testi che a mio parere (e non solo, in alcuni casi) si possono definire come nuova poetica per il loro valore letterario o culturale.
Partiamo dalle basi e dal nostro Bel Paese: possiamo vantarci di un panorama vastissimo per quanto concerne cantautori e cantanti. Gaber, De Andrè, Gino Paoli, Battisti, Guccini, Battiato… sono solo alcuni esempi di uomini che sono riusciti a trasportare poesia, arte, cultura, filosofia, amore, tematiche sociali e tutto questo, spesso, in soli tre minuti di brano.
Anche se il nostro maggio
Ha fatto a meno del vostro coraggio
Se la paura di guardare
Vi ha fatto chinare il mento
Se il fuoco ha risparmiato
Le vostre Millecento
Anche se voi vi credete assolti
Siete lo stesso coinvolti
-Canzone del maggio, Fabrizio De Andrè
Mi son svegliato solo, poi ho incontrato te
L’esistenza, un volo diventò per me
E la stagione nuova dietro il vetro che appannava, fiorì
Fra le tue braccia calde anche l’ultima paura morì
Io e te, vento nel vento
Io e te, nodo nell’anima
-Vento nel vento, Lucio Battisti
Sulla musica italiana e il suo impatto sulla nostra società, dovremmo soffermarci molto più a lungo, per quanto ci sarebbe da dire, ma tutti noi sappiamo della sua importanza e della grandezza degli autori citati e anche di quelli su cui, purtroppo, non mi sono potuta soffermare. Infatti, vorrei muovermi oltre e provare a trovare la poesia anche dove che non è così scontato che ci sia.
Andiamo avanti con il nostro viaggio nella storia della musica; pensiamo al rock che nasce e si sviluppa specialmente in Inghilterra. Sono anni in cui sempre più diveniva principale un’attenzione sulla musica e non sul testo, anni in cui l’assolo del basso o della chitarra elettrica era fondamentale per un brano, anni in cui emergevano band come i Rolling Stones, i Pink Floyd, i Led Zeppelin, gli Eagles, i Doors… e tanti altri.
Considerate queste premesse, nel 1973 i Pink Floyd fecero uscire l’album che li rese famosi al grande pubblico e che tutt’ora è un pilastro della cultura rock: The Dark Side of The Moon, di cui a marzo abbiamo festeggiato i 50 anni. L’importanza dei testi dell’ottavo album della band Britannica è tutt’altro che secondaria. I Pink Floyd ci vogliono raccontare una storia con The Dark Side of The Moon e non lo fanno solo con la musica, ma con le parole. Trattano tematiche esistenziali, sociali e politiche e il mio consiglio più spassionato è di vivere l’esperienza di ascoltare le canzoni dell’album in ordine per comprenderne a pieno il significato. Sebbene l’album sia uno delle fondamenta del rock psichedelico, la band attraverso la luna e il suo lato oscuro, per poi concludere con la sua eclissi, Eclipse, racconta la vita dell’uomo, la sua genesi, le sue esperienze complicate sulla terra, per poi arrivare al suo destino, l’eclissarsi.
And you are young and life is long
And there is time to kill today
And then one day you find
Ten years have got behind you
No one told you when to run
You missed the starting gun
-Time, Pink Floyd
And if the cloud bursts thunder in your ear
You shout and no one seems to hear
And if the band you’re in starts playing different tunes
I’ll see you on the dark side of the moon
-Brain damage, Pink Floyd
Procediamo con un altro salto temporale, prima del nostro millennio, per scovare ancora qualche poeta nascosto sotto il viso del cantante. Siamo sul cavalcare degli anni 90’ e sulla scena musicale è attivo un cantautore americano, della California, Jeff Buckley. Non voglio dilungarmi con premesse sull’artista, a mio parere, in questo caso, parlano i suoi testi, poesie che danzano sulle note musicali.
It’s never over
All my riches for her smiles
When I’ve slept so soft against her
It’s never over
All my blood for the sweetness of her laughter
It’s never over
She is the tear that hangs inside my soul forever
-Lover, you should’ve come over, Jeff Buckley
There’s the moon asking to stay
Long enough for the clouds to fly me away
Oh, it’s my time coming, I’m not afraid
Afraid to die
My fading voice sings of love
-Grace, Jeff Buckley
Eccoci giunti al famigerato 21esimo secolo. Non potevo non citare Lana Del Rey. L’artista, con un’aurea malinconica e alternativa, si ispira infatti a nomi noti della letteratura, come Sylvia Plath, riuscendo ad avere una grandissima influenza, specialmente sulle giovani donne della nostra generazione.
So, kiss the sky and whisper to Jesus
My, my, my, you found this, you need this
Take a deep breath, baby, let me in
You lose your way, just take my hand
You’re lost at sea, then I’ll command your boat to me again
-Mariners Apartment Complex, Lana Del Rey
There’s a new revolution, a loud evolution that I saw
Born of confusion and quiet collusion of which mostly I’ve known
A modern day woman with a weak constitution, ‘cause I’ve got
Monsters still under my bed that I could never fight off
-Hope is a dangerous thing for a woman like me to have, Lana Del Rey
Anche in Italia non tutto è perduto, basta cercare e saper guardare negli angoli più nascosti. Io circa due anni fa mi imbattei per caso in un gruppo milanese, l’Officina della Camomilla. Difficile etichettarli in un genere, forse non è mio compito farlo. Le loro canzoni dalle melodie particolari, vengono incorniciate in testi ancor più eccentrici, che hanno la capacità di affrescare un’immagine pittoresca e suggestiva. Provate ad ascoltare e vi sentirete risucchiati dentro un quadro.
Io sono sdraiato in un vagone
Ed ho bevuto tutti i fiori della finestra
E penso al mio cappotto fuori da tutte le stagioni
Alle tue gatte avvelenate, chiuse a chiave
Agli ottocento volteggi malviventi che sai fare
-Piccola sola e triste, L’Officina della Camomilla
Prendi la macchina e tirami via da sotto al tavolo
E portami nel cinema più lontano.
Il finestrino è un film horror
Ma nel cruscotto ci sono i giochi del giornale
Di profilo sembri Monica Vitti
Con il tuo walkman verde acqua e un fiore per coltello
E dietro di te c’è sempre brutto tempo
-Un fiore per coltello, L’Officina della Camomilla
Infine, facciamo un ultimo salto, con un altro artista, forse a primo impatto apparentemente lontano dal mondo della letteratura, perché appartenente alla cultura hip-hop/rap. Tuttavia, se pensate che Kendrick Lamar sia solo una serie di barre su una base prodotta bene, vorrei provare a farvi cambiare idea. L’impatto che i suoi testi e il suo pensiero hanno avuto sulla comunità nera in America è veramente straordinario. Lamar non vanta solo diciassette Grammy, ma anche di un premio Pulitzer per il suo album DAMN, primo artista non nella categoria musica classica o jazz a conseguirlo. I testi dell’artista sono stati capaci di muovere le masse, di rappresentare una comunità e di unirla e di portare ancora di più alla luce problematiche come razzismo e odio sistematico. Il suo è un rap che non ha paura di dire la verità, sia sulla sua comunità che su se stesso, cosa di cui, al giorno d’oggi, abbiamo un disperato bisogno.
Alls my life I has to fight, n***a
Alls my life
(…)
But if God got us, then we gon’ be alright
(…)
Do you hear me? Do you feel me?
We gon’ be alright
-Alright, Kendrick Lamar
Divenuta inno del movimento Black Lives Matter
I’m talking fear, fear that my humbleness is gone
I’m talking fear, fear that love ain’t livin’ here no more
I’m talking fear, fear that it’s wickedness or weakness
Fear, whatever it is, both is distinctive
Fear, what happens on Earth stays on Earth
And I can’t take these feelings with me so hopefully they disperse
-FEAR, Kendrick Lamar
E’ quindi innegabile che l'importanza culturale e letteraria dei testi musicali sia un fenomeno intramontabile che ha plasmato e continua a plasmare le varie generazioni. I testi musicali rappresentano un ponte tra le emozioni e l'intelletto, una forma d'arte che supera i confini delle lingue e delle culture. Attraverso le parole cantate, gli artisti hanno dato voce a speranze, sogni, paure, idee, hanno ispirato movimenti politici e sociali, hanno offerto consolazione in momenti di dolore e solitudine.
In un mondo in costante evoluzione, i testi musicali continuano a essere una fonte di ispirazione e riflessione per le generazioni future. La loro capacità di catturare l'animo umano e raccontare storie rimarrà un pilastro indelebile della cultura e della letteratura nel corso dei secoli a venire.
Ogni generazione ha trovato nei lyrics una riflessione di sé stessa e delle sfide del proprio tempo. Questa continuità e adattabilità della musica nel corso dei secoli testimoniano la sua immensa importanza nella nostra storia culturale e letteraria. La musica non è solo un mezzo di intrattenimento, ma anche un mezzo di comunicazione profondo e significativo, un specchio della società e del mondo in cui viviamo, una vera e propria forma di poesia.
E per voi? Quali sono stati o sono gli artisti che più vi hanno catturato con le loro parole?
06/11/2023