“Voglio essere libero, libero come un uomo
Vorrei essere libero come un uomo
Come un uomo appena nato
Che ha di fronte solamente la natura
Che cammina dentro un bosco
Con la gioia di inseguire un'avventura
Sempre libero e vitale
Fa l'amore come fosse un animale
Incosciente come un uomo
Compiaciuto della propria libertà”
“La libertà” del signor G., Giorgio Gaber per i meno avvezzi, nasce nel ‘72 dalla penna di G. e Sandro Luporini come cavallo di battaglia dello spettacolo di Teatro canzone “Dialogo tra un impiegato e un non so” e che verrà in seguito inserito nell’album “Far finta di essere sani”.
È un testo che ha fatto la storia della canzone italiana, partorito da una mente brillante che nella sua ironia, nell’actio e nell’interpretazione della realtà rimane una pietra miliare del secolo scorso. Gaber è pieno di riferimenti alla cultura europea, ispirato dalle grandi voci e dalle minori, caratterizzato da quel suo frenetismo sul palco, quel sudare e interpretare che catturava e trasportava. Ma “La libertà” è forse un testo unico tra mille gemme variopinte e cangianti, il diamante di un album che dirompente cercava di raccontare il disagio di un uomo in costante adattamento. Già il titolo “Far finta di essere sani” punta il primo dito contro una “normalità” e una “follia” fittizie, invenzioni fantasiose della società di ieri e di oggi. E così come la normalità risulta essere un sottile equilibrio tra benessere e malessere, così la libertà si rivela essere una chimera.
Gaber ci parla dapprima di una libertà fraintesa, che dovrebbe essere assoluta, quasi primitiva, e unicamente individuale:
“Come un uomo appena nato
Che ha di fronte solamente la natura
Che cammina dentro un bosco
Con la gioia di inseguire un'avventura
Sempre libero e vitale
Fa l'amore come fosse un animale”
La libertà quindi di un uomo selvaggio, che vive come un animale. Provocatorio, ci presenta la definizione più immediata di libertà, un’idea onnipresente nelle nostre menti. Emerge poi la libertà legata a doppio filo con la politica, la libertà che l’uomo trova solo nella sua democrazia:
“Che ha il diritto di votare
E che passa la sua vita a delegare
E nel farsi comandare
Ha trovato la sua nuova libertà”
Muta la sua forma proprio come una visione, un animale mitologico. È concreta? È coerente? Possibile che si trovi la propria libertà nella sottomissione, addirittura nella deresponsabilizzazione? La libertà di lasciare indietro la mente e le sue catene, l’abbandonare l’obbligo di essere animali pensanti, evoluti, coscienti, è questo che l’uomo insegue nel concetto di autonomia e autogoverno? L’essere governati diventa un lusso, una vacanza per una mente che non sopporta il peso della sua intelligenza. Gaber è capace di guardarsi intorno, la realtà che dipinge è ancora attualissima.
Nel ritornello della canzone emerge il messaggio dell’autore, l’idea di una libertà individuale che è frutto della collaborazione collettiva, del rispetto reciproco.
“La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche avere un'opinione
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione”
Per Giorgio Gaber dunque la libertà è il far parte di qualcosa, derivante proprio da una necessità umana. Non è il vivere in solitudine, ma si manifesta piuttosto nella caratteristica più fondamentale dell’uomo, ovvero il suo essere un animale sociale. Non è quindi un’invenzione tale mito di sovranità ma una cosa reale, concreta. La libertà di Gaber si tocca, ma soprattutto, si costruisce insieme.
E infine il suo invito, a tutti gli uomini, a riporre cieca fiducia nella propria ragione, a servirsene e a compiacersene.
“Come l'uomo più evoluto
Che si innalza con la propria intelligenza
E che sfida la natura
Con la forza incontrastata della scienza”
La libertà dunque non è stare sopra un albero, non è farsi comandare, non è neanche ritrovare la nostra natura di animali, ma neanche un’invenzione fantasiosa delle nostre menti. La libertà è fatta, creata e mantenuta dagli uomini nella loro volontà di rispetto reciproco e dialogo. È una nostra necessità, un bisogno che va oltre il costrutto sociale del rapporto interpersonale, è un istinto che si tramuta in azione, e che nel nostro tempo e nella nostra costruzione sociale viene rimodellato a seconda delle necessità.
06/03/2024