Dov'è finito il potere della parola?
di Arianna Dramisino
Dov'è finito il potere della parola?
di Arianna Dramisino
“Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!” Nanni Moretti, Palombella Rossa.
È molto probabile che la maggior parte di noi non ci faccia nemmeno caso, ma nel corso della giornata, tutti, anche i più pigri e chi sostiene di non essere costante nella lettura, consumiamo un’enorme quantità di informazioni leggendo. Come? Attraverso i piccoli schermi che ci tengono in costante contatto con il resto del mondo: gli smartphone. Certo, spesso le parole accompagnano, o vengono accompagnate da molte altre cose: immagini, video, illustrazioni… Ma sempre lì rimangono, pronte per essere lette e assorbite.
Sono quindi sempre loro lo strumento intorno al quale gira il nostro mondo, ed è l’uso che se ne fa che modella la realtà che ci circonda. Lo vediamo tutti i giorni: le parole giuste ci spingono a desiderare quello che poi acquistiamo, quelle sbagliate ci fanno arrabbiare, indignare e sono in grado di rovinarci la giornata, anche se scritte da uno sconosciuto sui social network.
Il nostro mondo ha cambiato il modo in cui leggiamo e il modo in cui leggiamo ha cambiato il nostro mondo e, di conseguenza, la letteratura che ne è uno specchio. Internet e i dispositivi come kindle, e-reader e tablet hanno modificato radicalmente il modo in cui consumiamo le parole. Improvvisamente abbiamo la possibilità di accedere in tempi brevissimi a – quasi – tutti i libri che siano mai stati scritti. Un cambiamento epocale rispetto al passato. Se l’uso di internet e lo sviluppo tecnologico del Web 3.0 abbia fatto bene o male al mondo della le tteratura, è un dibattito aperto. Se da una parte la grande disponibilità di testi e libri reperibili online può portarci a pensare a un vero e proprio processo di “democratizzazione” digitale della lettura, dall’altra internet sfida quotidianamente le nostre soglie di attenzione in un ambiente sempre più stimolato, e che spesso urla invece di parlare per attirare il nostro sguardo, sempre per meno tempo, allontanandoci da tutto quello che invece richiede sforzi intellettuali per essere compreso.
Parallelamente all’uso di internet, tra i tanti cambiamenti che hanno influenzato il nostro modo di fruire le parole negli ultimi anni, delineati da Washington Post in un articolo del 2019, c’è anche il grande successo degli audiolibri. Un approccio alla lettura che, attraverso l’ascolto, spesso anche attraverso grandi voci di doppiatori e attori, è in grado di fornire un approccio estremamente emotivo, evocativo e diretto.
Ed è proprio questo nuovo modo di accedere al mondo della letteratura quello che ha accompagnato e riavvicinato molti alla lettura in uno dei periodi più stressanti e difficili degli ultimi anni, la pandemia. Durante gli anni di grande incertezza e di stress sempre più persone si sono rifugiate nella lettura per sfuggire alla realtà, acquistando più libri stampati e dando vita a comunità online per lo scambio di libri come booktok, tramite il quale i più giovani si scambiano titoli, consigli e opinioni sui libri da leggere, tra cui spiccano di frequente i grandi classici e nomi della letteratura.
In un mondo sovra-stimolato, dove tutto scorre veloce e vince chi urla di più, ancora moltissimi – anche giovani e giovanissimi – decidono di rifugiarsi nelle parole scritte decenni e secoli prima, rivedendosi ed emozionandosi nelle vicende di personaggi che hanno abitato milioni di librerie ed emozionato le generazioni passate. Forse sarà proprio il mondo in cui viviamo e la tecnologia che ci sovrasta a spingerci sempre di più ad un ritorno al concreto, alla realtà e alla carta stampata?
Emily Dickinson diceva “Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.” Nonostante il nostro mondo cambi sempre più in fretta, la capacità che abbiamo di costruire ed immergerci negli universi creati dai grandi autori della letteratura rimane invariata, e ci consente non solo di accrescere il nostro bagaglio di conoscenze ma di diventare, se siamo fortunati, anche persone migliori. Vivendo anche le vite dei personaggi di cui leggiamo, facendo nostre le loro esperienze, gioendo insieme a loro per le conquiste, piangendo insieme a loro quando le cose vanno male e arrabbiandoci con loro per le ingiustizie subite, facciamo un grande esercizio di empatia. Ed è proprio così che si rimane umani.
06/11/2023