Apocalisse tecnologica, il mondo dopo l’essere umano
Filippo Cavaliere
Filippo Cavaliere
Dal greco ‘apokálypsis’ il termine apocalisse prende il significato di ‘rivelazione’, questo significato può essere esteso con la frase “apōkalýpsis éschaton” ovvero “rivelazione degli eventi della fine dei tempi” quindi i destini ultimi dell’umanità e del mondo. L’uomo è un essere storico e con la rivelazione dell’ultima parte della storia - l’ultimo racconto di essa - allora possiamo intendere anche la fine dell’umanità.
Forse però per parlare della fine dell’umanità conviene partire da un’altra fine: ovvero l’ultima pagina de ‘La coscienza di Zeno’, per la precisione pagina numero 365.
Svevo racconta di come le nuove scoperte e le nuove invenzioni dell’uomo a suo parere siano destinate a provocare la fine del mondo, la fine di una malattia chiamata ‘uomo’ in un’esplosione immensa e silenziosa: “ma l’occhialuto uomo, invece, inventa gli ordigni fuori del suo corpo e se c’è stata salute e nobiltà in chi li inventò, quasi sempre manca in chi li usa. Gli ordigni si comperano, si vendono e si rubano e l’uomo diventa sempre più furbo e più debole” ma su questo ultimo passaggio conviene fermarsi un attimo, perché adesso l’ordigno non è più soltanto sinonimo di forza, l’ordigno adesso è sinonimo di intelligenza e sapere. Le nuove tecnologie pensano ed eseguono al nostro posto, per liberare prima e svuotare poi la mente. Non esiste pensiero umano senza l’utilizzo di una tecnologia, ad oggi non esiste evoluzione sociale o economica priva di elementi tecnologici.
In questo momento l’evoluzione tecnologica è estremamente più accelerata rispetto alla percezione sociale”.
Ed è proprio questa continua evoluzione tecnologica ad avere la funzione di alienarci e consegnarci direttamente ad automatismi costruiti da noi e per noi, con il risultato di un divenire superflui. Siamo sempre meno protagonisti e paghiamo il prezzo con un annullamento totale del singolo, condannato a divenire sempre più sostituibile.
Questo processo di assoggettamento nei confronti dell’ordigno e della tecnica lo troviamo anche nelle istituzioni, nei governi e nelle principali aziende del mondo; l’AI si fa strada negli ambiti più potenti dell’uomo e arriva fino al punto di poter prendere decisioni, e tutto questo sotto la nostra tacita approvazione! Se dapprima l’intelligenza artificiale veniva utilizzata per compiti noiosi e ripetitivi adesso contribuisce alla sostituzione dell’essere umano, è un fenomeno permanente nelle nostre vite, ci sostituisce per poi distruggerci.
Altro fenomeno destinato a perdurare nel futuro è quello della guerra: i 56 conflitti presenti nel mondo attualmente non sono più una singolarità. La guerra è normalità e la pace un’eccezione. Le immagini e le notizie sui conflitti sono presenti ogni giorno nelle nostre vite, anche se spesso come immateriali, li immaginiamo lontani o intangibili. I governi tentano di sterilizzare le immagini sulla guerra, una guerra che produce consenso o dissenso tramite il controllo sulle stesse immagini; la diffusione rapida e indipendente di esse ha aiutato l’informazione di tutto il globo, sia nei luoghi in cui essa è libera sia in quelli in cui è ostacolata.
L’importanza della tecnica e i meccanismi tecnologici nella vita e anche nella guerra odierna cresce di giorno in giorno, ma questa importanza va di pari passo con la perdita di coscienza e di incidenza nel mondo, sempre meno naturale, e sempre più meccanico, post-umano.
L’essere umano in quanto individuo si è condannato a questa fine, è lui stesso l’artefice delle tecnologie che contribuiranno alla sua scomparsa, non soltanto fisicamente ma anche mentalmente, la tecnologia pensa al nostro posto e ci “aiuta” a non eseguire, a non pensare più. Saremo forse presto addirittura incapaci di pensare?
Questo aspetto è essenziale perché la qualità unica dell’essere umano è sempre stata quella di sapersi muovere nel mondo grazie alla sua intelligenza e al suo pensiero. Adesso però è l’essere umano che si vede costretto a cambiare in prospettiva delle nuove tecnologie, più potenti e più efficaci.
Nell’attualità, infatti, la guerra non va in scena sul campo di battaglia, il quale è sempre meno importante nell’esito dei conflitti, ma abbiamo creato nuove scenografie per gli scontri: avvengono attraverso gli attacchi alla comunicazione, all’economia dei paesi, alla finanza, al cyberspazio e, appunto, all’AI.
In passato le guerre erano combattute e vinte dagli eserciti, era sul suolo che ci si incontrava e scontrava, la guerra governava la politica mondiale. Oggi è il contrario, è la politica che governa la guerra.
Politica intesa come metodo di approccio ad una guerra, perché è chiaro che i morti ci sono e sono soprattutto civili. Non è più quindi l’essere umano col fucile a determinare l’esito dello scontro, né le ricariche delle mitragliatrici o la gittata dei mortai. Negli ultimi tempi si investe sempre di più in un’Intelligenza artificiale da impiegare in campo bellico, in grado di prendere decisioni rapide, con un sistema capace di testare scenari di battaglia, anticipare minacce e decidere la disposizione di risorse strategiche su scala globale.
Nel conflitto tra Russia-Ucraina, per esempio, i droni dotati di intelligenza artificiale vengono impiegati da entrambi gli eserciti per individuare e attaccare le postazioni nemiche. Anche Israele ha utilizzato algoritmi di AI per selezionare obiettivi nei bombardamenti su Gaza e in Libano. Il rischio che l’AI possa prendere il sopravvento e decidere al posto nostro come e chi combattere è reale, soprattutto in assenza di una regolamentazione internazionale.
In un tentativo di fermare la corsa all’armamento automatico, il 2 dicembre 2024, l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione sui sistemi d’arma autonomi letali, con 166 voti a favore, tre contrari (Bielorussia, Russia e Corea del Nord) e quindici astensioni (Cina, Estonia, Figi, India, Iran, Israele, Lettonia, Lituania, Nicaragua, Polonia, Romania, Arabia Saudita, Siria, Turchia e Ucraina). Il documento riconosce i rischi correnti dall’uso dell’IA in ambito militare e apre il dibattito su una possibile regolamentazione internazionale. Tuttavia, non prevede alcun divieto vincolante e si limita a invitare gli stati membri a partecipare a consultazioni informali durante il 2025
Una guerra tra macchine potrebbe decidere le sorti del mondo ma le vittime sarebbero solo vite umane, ed è qui che conviene riflettere su quanto possa essere utile tornare a ragionare, riflettere e analizzare grazie anche all’aiuto delle tecnologie ma senza risultarne succubi. È necessario che si crei un equilibrio su cui poter costruire un futuro, magari un po’ più chiaro di quello che vediamo oggi.
Fonti e riferimenti
Voce “Apocalisse” su Wikipedia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Apocalisse
‘Panoramica dei 56 conflitti in corso nel mondo: è davvero la “terza guerra mondiale a pezzi”?' - Geopop, Alessandro Beloli:
https://www.geopop.it/panoramica-dei-56-conflitti-in-corso-nel-mondo-e-davvero-la-terza guerra-mondiale-a-pezzi/
‘Venti di guerra artificiale’ - Internazionale, Alberto Puliafito:
https://www.internazionale.it/notizie/alberto-puliafito/2025/03/10/venti-di-guerra-artificiale