Dai baby boomer alla gen z: la fine del mondo non passa mai di moda di Chiara Varricchio
Lo sguardo docile dell’uomo ha dovuto da sempre ricercare compromessi contro le intenzioni guerrigliere del mondo.
Siamo abituati a combattere; nonostante questa parola appaia a tutti noi, o almeno alla maggior parte di noi, distante e impregnata di un odore acre che difficilmente riusciamo a sopportare. Leggi qui
Apocalisse tecnologica, il mondo dopo l’essere umano di Filippo Cavaliere
Dal greco ‘apokálypsis’ il termine apocalisse prende il significato di ‘rivelazione’, questo significato può essere esteso con la frase “apōkalýpsis éschaton” ovvero “rivelazione degli eventi della fine dei tempi” quindi i destini ultimi dell’umanità e del mondo. L’uomo è un essere storico e con la rivelazione dell’ultima parte della storia - l’ultimo racconto di essa - allora possiamo intendere anche la fine dell’umanità. Leggi qui
L’arte di aspettare la fine del mondo di Giacomo Cristanelli
Edward Hopper (1882-1967) non è stato soltanto il pittore della solitudine americana: è stato, forse suo malgrado, il cronista di una fine che nessuno dichiarava. Formatosi tra la New York School of Art e i suoi soggiorni parigini, Hopper visse a cavallo di due mondi: l’Ottocento che tramontava e il Novecento urbano, elettrico, nevrotico. Leggi qui
La prossima è la volta buona di Andrea Galli
“Allora vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. Furono aperti i libri, e fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti furono giudicati secondo le loro opere, come stava scritto in quei libri.” — Apocalisse di Giovanni 20:12
Già nella Bibbia si era certi che il mondo sarebbe finito. Ed è vero, il mondo, prima o poi, finirà. Leggi qui