Siamo in una Belle Époque?
Andrea Galli
Andrea Galli
Immaginate una società in cui i ricchi sguazzano nell’oro, l’opinione altrui diventa il criterio fondamentale, la tecnologia, l’industria e il commercio raggiungono livelli mai raggiunti prima, il benessere di alcuni comporta il disagio di tanti e le apparenze contano molto più della sostanza; tutto ciò in una condizione di relativa pace e prosperità. Vi ricorda qualcosa?
Queste sono le caratteristiche generali della società occidentale tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, definita dagli storici “Belle Époque” per sottolineare la calma, il progresso, la stabilità e la spensieratezza che contraddistinguono questo periodo, e che rievoca spaventosamente la nostra società.
Ciò che però preoccupa maggiormente è come la Belle Époque sia terminata, ovvero con lo scoppio della Prima guerra mondiale nel 1914, le cui conseguenze portarono ad una Seconda guerra mondiale nel 1939. Due tragedie che rasero al suolo l’Europa, stroncarono generazioni, rovinarono intere vite e divennero prova della crudeltà umana.
Vedendo i numerosi casi in cui la storia si è ripetuta -in forme diverse, ma che comunque si è ripetuta- e analizzando quanto oggi si parli di guerra, l’allarme che potremmo ritrovarci in una situazione simile a quella del secolo scorso non è da ignorare del tutto.
Ma più precisamente, quali aspetti della nostra società ricordano maggiormente la Belle Époque?
In primo luogo, la Belle Époque è caratterizzata da un lungo periodo di pace che non vide scontri diretti tra grandi potenze ma solo piccoli conflitti limitati, che però non provocarono mai un’escalation. Allo stesso modo, la società odierna viene da circa 80 anni di pace, ma anch’essa è stata caratterizzata da scontri ridotti e concentrati come la Guerra del Vietnam (1955-1975), la Guerra del Kosovo (1998-1999) o il bombardamento della Libia (2011). Il susseguirsi di conflitti frammentati portò, nel caso della Belle Époque, ad inasprire sempre di più le rivalità, i conflitti di interesse e le tensioni tra potenze, gettando le basi per una guerra totale. E se stesse succedendo lo stesso oggi?
Oltre alla presa in considerazione di mandare al macello intere generazioni per motivi puramente economici, un altro aspetto che accomuna la Belle Époque al mondo odierno è la contrapposizione tra una classe sociale agiata e privilegiata ad una classe sociale oppressa e in miseria. Durante l’Ottocento, la società borghese raggiunse il suo culmine, distinguendosi per una spropositata ricchezza e una vita oziosa, a discapito del proletariato (infatti, in difesa dei diritti dei lavoratori, in questi anni nacque l’ideologia comunista).
Per quanto riguarda il secolo attuale, è sempre più evidente come l’evoluzione del capitalismo sia per certi aspetti ancora più degradante del capitalismo nella sua forma iniziale, con una concentrazione delle ricchezze sempre di più nelle mani di pochi e uno sfruttamento in continuo aumento. Basti pensare ad aziende come Amazon, Shein o Temu, e a figure come Musk.
Inoltre, la società borghese della Belle Époque teneva molto conto delle apparenze, del vanto e del consenso altrui, aspirando ad una vita perfetta ma con un sottofondo di pettegolezzi e scandali. È proprio in questi anni che nasce il concetto di tempo libero con la creazione delle prime località turistiche, la nascita dell’attività sportiva come la conosciamo oggi, ma anche del cinema e della radio.
Ai tempi dei social, questi fenomeni sono più che mai accentuati, dove tutti mostrano solo alcuni specifici lati della propria esistenza, filtrando tutto ciò che potrebbe risultare inadeguato o che potrebbe non aderire al personaggio che si vuole impersonare, costruendo una vita fittizia e apparentemente perfetta, intensificando l’ossessione per “l’apparire”. Oggi si è sempre tutti in vacanza, felici e spensierati, non mostrando mai quei momenti legittimi di sconforto, sofferenza o abbattimento. Inoltre, veniamo continuamente martellati da nuovi tipi di media, che mirano a farci consumare più contenuti possibili.
Infine, la Belle Époque coincideva con la Seconda rivoluzione industriale, dunque le nuove scoperte, l’innovazione scientifica e le nuove tecnologie contribuirono ad un profondo mutamento della società. In
particolare in questi anni furono inventate la dinamite, l’elettricità e la lampadina, i vaccini, le scale mobili, l’aeroplano, l’aspirina e il frigorifero.
Ma le invenzioni di allora, nonostante fossero rivoluzionarie, non hanno portato al cambiamento antropologico che viviamo oggi. Il progresso e le nuove scoperte odierne raggiungono un livello di sofisticatezza che ci porta ad un cambiamento radicale dei nostri atteggiamenti, per i quali noi come esseri umani non siamo stati “programmati”. Numerosi comportamenti che sin dall’antichità sono stati centrali nella vita dell’uomo, oggi vengono fatti da macchine, da internet o da servizi creati appositamente, e questa è una caratteristica unica del nostro tempo. Un esempio può essere come prima fossero le singole persone a cercare le notizie su giornali, riviste o libri, imbattendosi in più opinioni e scegliendo quella più adatta a sé, mentre oggi la scelta spetta ad un sistema che, tramite un algoritmo, distribuisce informazioni già confezionate e orchestrate ad hoc per un determinato utente, che potrebbero essere fuorvianti.
Quindi, i parallelismi tra Belle Époque e i giorni nostri sono molti, e studiando quali siano state le ripercussioni, cioè la guerra e la morte, dovremmo renderci conto della vera funzione della storia, ovvero quella di non farci ripetere gli stessi errori, e agire di conseguenza.
Churchill nel 1921 definì il periodo della Belle Époque così:
«Nazioni e Imperi, coronati di principi e di potentati, sorgevano maestosamente da ogni parte, avvolti nei tesori accumulati nei lunghi anni di pace. Tutti si inserivano e si saldavano, senza pericoli apparenti, in un immenso architrave. I due potenti sistemi europei stavano l’uno di fronte all’altro, scintillanti e rimbombanti nelle loro panoplie, ma con sguardo tranquillo… Il vecchio mondo, nell’ora del suo tramonto era bello a vedersi…»
Intanto, oggi il Nuovo Mondo nell’ora del suo tramonto non sembra bello nemmeno a vedersi.