Conosco un tempo in cui tutto fu e niente sarà
neanche le anime più tormentate vagano in pena
Inorridite da frontespizi conditi d’acidità
Scivolate di soppiatto dalla vitale altalena
Riflessi nei bulbi non son più paesaggi
Ma ragnatele di pensieri intrecciate al buio
Penelope che con cura sfiorava i suoi telaggi
è ora intrappolata nella rete dei proci come anobio
Scendono lenti i ricordi sulle gote pallide
Che tanto agognano le risate di un tempo passato
Le lancette al muro sembrano però perfide
Costringendoci a percorrere una via di cui abbiamo abusato.
Pensavamo di poter volare, nessuno l’ha notato e siamo morti
Caduti a picco come Lucifero nel cuore della terra,
Rimasti però sospesi nel limbo fluttuando assorti
Pagando pene di un residuo dopoguerra
06/03/2024