Radici aeree, soggette al vento
Federico Scotti
Federico Scotti
Lo so, anche tu ieri ti stavi insaponando i capelli sotto l’acqua tiepida e ti sei trovato immobilizzato, godendoti le carezze dell’acqua sulle spalle. Mentre ti stavi lavando canticchiavi la playlist che avevi preparato prima di entrare in doccia. Poi è partita una canzone: portoghese, malinconica, sorprendentemente esatta. È “Deslocado”, dei Napa. La canzone, che ha rappresentato il Portogallo all’Eurovision 2025, invita a porsi una domanda: “dove sono finito?”
Non è una domanda geografica, e nel caso in cui lo fosse stata ti trovavi in doccia, ma è più profonda.
Il brano non parla di solitudine, né di dolore. Parla di spaesamento esistenziale. Di quella condizione sospesa in cui non si è più ciò che si era, ma non si è ancora diventati ciò che si sarà. Con voce sottile e cullante, “Deslocado” ci porta in quella zona intermedia che tutti attraversiamo: quel momento in cui si costruisce, si sbaglia, si cambia pelle e cambiandola ci si trova a metà fra la nostra versione precedente e quella aggiornata. Così ci ritroviamo ad avere due case, e ti chiedo in quale delle due sei intero, se hai abbandonato definitivamente quella in cui sei cresciuto e se hai già trasferito tutto, compreso te stesso, in quella nuova.
La canzone è lenta, minimale, sussurrata. Ma proprio per questo è pervasiva e penetrante, giungendo nell’inquietudine gentile di chi non ha ancora capito dove sta andando, ma procede ugualmente con fervida emozione, malinconica ma eccitata. Il brano non cerca di rassicurare. Non offre soluzioni. Ma fa una cosa più preziosa: accarezza l’incertezza. Ci strizza l’occhio e si siede a prendere un caffè con noi, rassicurando e rendendo consapevoli noi stessi, che siamo esseri bipartiti, in bilico fra il noi di ieri e quello del domani, l’uno morto, l’altro nemmeno ancora in grembo. La parola “deslocado” in portoghese è polisemica. Significa spostato, fuori asse, dislocato, ma anche non perfettamente incastrato nel contesto in cui si trova. È un aggettivo, o forse più uno stato dell’anima.
Noi tutti siamo “deslocadi”, è una delle condizioni umane. È quello che succede quando si cambia, e si lascia indietro qualcosa: una lingua, un luogo, un’identità. Ma il cambiamento non è mai netto, ci si porta dietro tutto. Quindi ho mentito, prima: la parte di noi di ieri non è morta, e quell’altra, quella non ancora in grembo, in realtà risiede in noi e trova la nascita nel presente. Il bilico è molto sottile, e questa canzone ci accompagna proprio in quell’incertezza, senza giudicarla, senza risolverla. E lo fa con un pudore raro.
Quando si inizia una nuova vita, si cambia città, si prova a reinventarsi. Ci si sente sorgere nuovamente, ma anche stranamente disallineati. Come se tutto stesse succedendo di nuovo: casa nuova, amicizie nuove, ambiente nuovo. Lo scarto fra ciò che eri e ciò che sei è impattante. Essere “deslocado” è lo specchio emotivo di quella distanza. Di quella transizione in cui non si è persi, ma in metamorfosi.
Uno degli aspetti più belli del brano è che non c’è un “ritorno a casa”. Non c'è nostalgia facile, né glorificazione delle origini o dell’altrove. C’è, invece, un’identità che si costruisce per strati: ogni luogo lascia un segno, ogni fase della vita incide.
I Napa non parlano di un luogo da cui fuggire o a cui tornare. Parlano di un movimento. Di un'identità che non è data, ma che si crea nel tempo. Che include l’origine, ma anche l’esperienza, gli sguardi incontrati, i muri toccati. È questa la rivoluzione emotiva della canzone: dire che si può non sapere esattamente chi si è, eppure sentirsi tali.
Il videoclip, fatto di scene quotidiane e arricchito con dettagli intimi, amplifica questa sensazione: non c’è dramma, solo realtà. Non c’è performance, solo vita incerta che si muove, ma che è fortemente percepita.
“Deslocado” è una canzone che abita lo spazio del non ancora. È il suono dell’attesa fertile. Di chi non sa esattamente dove sta andando, ma si sta comunque muovendo. Di chi ha smesso di appartenere solo a un luogo, a un’identità, a una definizione.
“Porque eu vim de longe
Eu vim do meio do mar”.
“Perché io sono venuto da lontano
Sono venuto dal centro del mare”.